Il termine “spezia”, risalente al XII secolo, deriva dal latino “species” , parola che designava prodotti alimentari come il grano, l’orzo, la farina. Le erbe si distinguevano da questi ultimi per il profumo, tanto particolare da essere poi chiamate “piante aromatiche”. Gli antichi credevano addirittura che queste fossero dotate di poteri magici.
DIVINITA’: Le erbe aromatiche e le spezie venivano utilizzate soprattutto dagli egiziani che imbalsamavano i corpi dei loro defunti e permettevano di conservare l’aspetto carnale nella vita ultraterrena. Si riteneva che il profumo forte di piante e spezie trasportasse messaggi spirituali tra gli uomini e le divinità. Poiché il consumo era elevato, fu necessario organizzare delle spedizioni per l’approvvigionamento della merce considerata preziosissima. La regina di Saba, in visita da re Salomone a Gerusalemme, “fece dono di 120 misure d’oro, una gran quantità di Spezie, erbe aromatiche e pietre preziose”.
I FENICI: I più grandi commercianti di spezie dell’antichità erano i fenici, tanto che le spezie presero il nome di “merce fenicia”. Questi ultimi, che vendevano la merce sia ai re che ai faraoni, cercarono altre mete per l’approvvigionamento dirigendosi verso le Indie.
L’IMPERO ROMANO: Nell’Impero Romano, i cui confini si estendevano da una parte all’altra del Mediterraneo, ci fu una forte attenzione verso il commercio delle spezie. La regina Cleopatra addirittura utilizzò una gastronomia calda per sedurre Cesare; per accogliere Nerone, invece, furono cosparse tutte le vie di Roma con lo zafferano. Nell’antica Roma colui che deteneva le spezie era considerato lussurioso e gli eccessi alimentari, tra i più ricchi, erano caratterizzati dalle diverse varietà di piante aromatiche. Il pepe era sempre presente, in ogni occasione, soprattutto nelle grandi feste degli antichi romani. Da quel momento, spezie ed erbe aromatiche giocarono un ruolo fondamentale nelle battaglie per il potere. Si pensi ad esempio alle lotte tra Bisanzio e la Persia che interessarono l’area del mediterraneo a partire dal IV sec. a.C.. Nel V sec. a. C. invece, Maometto cercò di diffondere il suo messaggio nelle zone in cui le spezie ricoprivano un ruolo fondamentale. In realtà il commercio di spezie era anche un’occasione per diffondere altri beni. Le spezie ricoprivano un’importanza rilevante perchè arricchivano la gastronomia e facevano parte della farmacopea araba.
IL MEDIOEVO: A partire dal X sec., durante le Crociate, si riscoprì l’importanza delle spezie, ancora oggetto ostentato di ricchezza tra i potenti e i ricchi dell’Europa intera. Le ricchezze d’Oriente arrivavano attraverso il Mar Mediterraneo, mediante i navigatori veneziani , pisani e genovesi che, superando le Alpi, vendevano la merce nelle fiere di Lione, proseguendo verso Champagne, centro d’affari dell’Europa del Nord e vendendo il resto. Le spezie più vendute erano: pepe nero, pepe di Sumatra, zenzero, chiodi di garofano, noce moscata, cannella, galanga. Alcune di queste, come il pepe, erano talmente importanti da diventare addirittura moneta di scambio.
COLOMBO E LA RICERCA D’ORO E SPEZIE: Colombo, alla ricerca delle spezie, aveva intrapreso la rotta marittima verso sud, pensando di approdare nelle Indie, terra ricchissima di preziose merci. Spagna e Portogallo, per soddisfare il desiderio di conquista delle potenze marittime dell’Europa meridionale, stipularono il Trattato di Tordesillas, nel 1494, che prevedeva la divisione delle successive conquiste marittime nei due mondi. In questo mondo, Spagna e Portogallo cercarono di eliminare il monopolio dei veneziani e degli arabi nell’area mediterranea, sulle spezie. Vasco de Gama raggiunse le Indie nel 1498 e da allora, per i tre secoli successivi, inglesi e olandesi conquistarono parecchi territori dove fondarono le loro ricchezze coloniali. Il furto di piante di garofano o noce moscata protetta dagli olandesi nelle isole Molucche, veniva punito con la morte. Da allora la curiosità e l’attrazione nei confronti delle spezie e delle piante aromatiche non ha mai avuto un termine.
I grandi chef occidentali, inserendo nella loro cucina l’uso di spezie e aromi, accostati nei modi più disparati, mostrano la loro apertura culturale e il loro interesse per la gastronomia esotica.E fino a quando esisteranno uomini che mediante la loro immaginazione e creatività sapranno ricercare il piacere, il fascino delle spezie non potrà mai giungere a termine.